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Cem: chiusura scongiurata ma il suo destino resta incerto

cemviaramazzini

Dopo l’annuncio di chiusura di maggio, sembra che l’attività del centro proseguirà, anche se ancora non è chiaro dove

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PORTUENSE – Ancora incerto il destino del Cem (Centro di Educazione Motoria) sito nei locali della Cri (Croce Rossa Italiana) in via Ramazzini 31 (Municipio XII). Dopo l’annuncio di chiusura del mese scorso, vari sono stati gli interventi istituzionali volti a scongiurarne l’epilogo. 

L’allarme era partito a maggio: in una comunicazione la Cri fissava al 31 del mese la data di cessazione di ogni attività. Di due differenti ordini i problemi: la mancanza di fondi ed una denuncia da parte della Regione verso la Cri, accusata di non possedere un’autorizzazione sanitaria necessaria per portare avanti il servizio.
Ma andiamo con ordine. La vicenda, per essere compresa, deve essere analizzata partendo da lontano. Abbiamo chiesto chiarimenti in merito al Presidente Provinciale della Croce Rossa Italiana, Flavio Ronzi. Il Cem fino al 2012 era una struttura sanitaria accreditata, i fondi erogati per la sua amministrazione però erano reputati dalla Cri insufficienti. In virtù di questo la gestione del Cem, a partire dal 1 gennaio 2013, sarebbe dovuta passare nelle mani della Asl: la Cri avrebbe continuato a fornire solo il personale e i locali, dunque sarebbe venuto meno il discorso dell’accreditamento. La Asl però non è mai subentrata e l’attività del Cem è andata avanti in assenza sia dell’accreditamento che dell’autorizzazione sanitaria, mai rilasciata alla Cri che ha sempre portato avanti il suo lavoro come struttura accreditata e per la quale, quindi, la verifica di tutti gli adempimenti era data per scontata.

Di fronte all’assenza di entrambi i documenti è scattata una denuncia nei confronti della Cri da parte della Regione. Questo, unito ad una mancanza di fondi denunciata da tempo, ha determinato la decisione di maggio scorso di chiudere il centro.
Dopo di ciò il 16 maggio, in seguito ad un incontro a cui hanno partecipato Asl, Regione Lazio, Cri e il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, è stata emessa una nota da parte di quest’ultimo nella quale veniva sospesa la chiusura del Cem: “Il Prefetto – si legge – prende atto dello stato di necessità dettato dalla complessa problematica, in considerazione del fatto che la paventata chiusura porterebbe ad un’interruzione della continuità assistenziale e di pubblico servizio in quanto non sono state acquisite disponibilità presso analoghe strutture in grado di ospitare i pazienti del Cem per le particolari condizioni fisiche e psichiche”. Il verbale è stato recepito dalla Regione attraverso la Commissione Salute in una riunione del 17 maggio scorso.

La Regione e la Asl a questo punto sono invitati del Prefetto a rilasciare al più presto la suddetta autorizzazione; da parte sua la Cri si è detta disposta a continuare, previa produzione in tempi brevi del documento in questione. Nonostante questo, la Cri il 31 maggio ha emesso una nota nella quale si annuncia la progressiva cessazione delle attività del Cem a partire dal 15 giugno: proroghe, queste, che dall’esterno sembrano necessarie a fronteggiare una situazione che di fatto continua ad andare avanti in assenza di documenti ufficiali. Probabilmente la data in questione subirà ulteriori proroghe nell’attesa che quello che appare sempre di più un circolo vizioso venga sciolto. È sempre Ronzi a raccontarci che per ottenere l’autorizzazione alla Cri è stato chiesto un documento che attesti l’inizio delle attività (Scia) per importanti ed onerosi lavori strutturali sui reparti, indispensabili affinché il Cem risulti una struttura a norma. La Cri, da parte sua, si è detta disposta a cominciare i lavori ma prima chiede di poter avere rassicurazioni espresse mediante documenti ufficiali da parte di Regione e Asl sul fatto che il Cem non venga spostato dai locali in questione. “Il Cem continuerà a prestare assistenza ai suoi pazienti. Il rischio chiusura non c’è più – dichiarava Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, in una nota successiva all’incontro con il Prefetto – La prosecuzione del servizio offerto dal Cem è assicurata e siamo orgogliosi di aver mantenuto una promessa”.

L’iter burocratico, attualmente, procede anche se lentamente, ci dice Ronzi. “Se la Regione vuole che noi continuiamo ad erogare i servizi del Cem deve fornirci l’autorizzazione e riconoscere il rimborso delle spese. Sono comunque certo che la Regione Lazio manterrà le promesse che ha fatto pubblicamente”.
“Durante l’audizione Commissione Salute alla quale abbiamo partecipato in rappresentanza delle 35 famiglie dei piccoli utenti degli ambulatori Cem-Cri – dichiarano Sonia di Lenarda e Maurizio di Giustili, Presidente e Vicepresidente del Comitato Genitori Ambulatori Cem-Cri – è stato assicurato il massimo impegno da parte delle Istituzioni interessate al fine di salvare il Centro Educazione Motoria. Sollevati da questa dichiarazione, rimane comunque l’incertezza sulla prosecuzione dei progetti riabilitativi sui nostri piccoli figli. Un’attesa sfibrante che logora e ci toglie serenità”.

Sull’argomento è intervenuto anche Fabrizio Santori, Consigliere regionale per La Destra e membro della Commissione Salute: “La Commissione è stata voluta dal sottoscritto ed è stato richiesto un incontro a breve per concludere le questioni che sono rimaste aperte per non far rimanere questa una semplice audizione. L’attività del Cem deve continuare per l’importanza che esso ricopre. È necessario che il Presidente Zingaretti si assuma delle responsabilità in tempi brevi, non solo salvaguardando i servizi ma attraverso una regolarizzazione che dia stabilità e serenità a tutte le famiglie ed ai lavoratori”.

L’impegno portato avanti in Commissione Salute, sostiene il Presidente della Commissione Politiche Sociali e Salute della Regione, Rodolfo Lena (Pd), ha portato alla salvaguardia di tutti gli utenti e gli operatori del Centro: “Il Cem non chiuderà. Resta sul campo l’inquadramento futuro della sua attività: se resterà in capo alla Croce Rossa o se verrà internalizzata; se tutte le attività continueranno ad essere svolte esclusivamente in via Ramazzini o se verranno in parte ospitate in un padiglione del vicino ospedale Forlanini. Questi temi sono attualmente oggetto di verifica di un apposito tavolo che si è costituito in Regione e che vedrà estremamente vigile la nostra Commissione, sulla base delle istanze raccolte”.

Cristina Maltese, Presidente del Municipio XII, si è detta fiduciosa nell’operato del Presidente Zingaretti: “Il Governatore ha già avviato un percorso di risanamento e di buona politica. Ha affrontato la questione Sanità e servizi sociosanitari a viso aperto e valorizzando competenze che possano far uscire il Lazio da questi cinque anni di gestione drammatica”.

“Il Cem è una struttura sanitaria e territoriale importantissima, un aiuto indispensabile per le famiglie che hanno quel tipo di disagio – dice Marco Giudici (La Destra), Consigliere Municipio XII – La Regione deve fare di tutto per garantire l’assistenza a queste famiglie. Confido nella collaborazione della Croce Rossa con il territorio e gli utenti che ogni giorno si rivolgono al servizio”.
Insomma, difficile riuscire a prevedere quale sarà l’iter che seguirà tutta la faccenda. Per ora l’unica notizia che sembrerebbe certa è che il Cem non chiuderà. La speranza a questo punto è che tutti i passaggi necessari per determinare il futuro del centro in modo certo e definitivo siano condotti in fretta.

(tratto dal n. 106 di Urlo: la scena di Roma sud, giugno 2013)

Anna Paola Tortora