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Stadio Roma: in attesa della variante, si guarda all’iter in Municipio IX

Variante al Prg entro l'estate. Intanto il dibattito si concentra sul voto nei Municipi

Tratto da Urlo n.168 Maggio 2019

ROMA – I mesi estivi si avvicinano e con essi anche l’orizzonte temporale indicato dal Campidoglio per l’approvazione della Variante Urbanistica per l’area di Tor di Valle, dove dovrebbe sorgere il nuovo Stadio della Roma con il suo business park. Nonostante i tempi stretti, i problemi in questa vicenda non mancano e vanno dai tecnicismi dei regolamenti comunali e municipali, fino alle più gravi questioni giudiziarie che stanno interessando la politica e l’imprenditoria romana. Dopo le indagini che hanno portato agli arresti del costruttore Parnasi, di Lanzalone e del Consigliere capitolino Marcello de Vito, ora la decisione del Gip di non procedere all’archiviazione per l’accusa di abuso d’ufficio nei confronti della Sindaca, apre un nuovo capitolo giudiziario in questa intricata vicenda.

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LE INDAGINI – Gli avvocati della prima cittadina si sono affrettati a dichiararne l’estraneità ai fatti, sottolineando che l’iter per l’approvazione del progetto dello Stadio della Roma “fu all’epoca rimandato e dopo l’arresto di Parnasi sospeso per consentire ulteriori approfondimenti”. Questa indagine che vede coinvolta la Sindaca arriva dalla querela dell’Architetto Sanvitto in merito al passaggio in Consiglio comunale per la definitiva approvazione del progetto. Sotto accusa ci sarebbe la procedura con la quale il Comune avrebbe deciso di dare visibilità allo stesso. Per il querelante il masterplan ha avuto il vaglio della Giunta ma mancherebbe quello del Consiglio comunale. Questo passaggio, secondo i legali di Virginia Raggi, “fu all’epoca esclusivamente rimandato (ed è infatti in programma prima dell’estate) proprio per consentire a chiunque interessato di proporre le proprie deduzioni”. Viene spiegato che in quel frangente si decise per una procedura ordinaria, mentre con l’arresto di Parnasi “si sospese l’iter di approvazione rendendo opportuni ulteriori approfondimenti”, portati avanti con la famosa due diligence richiesta dal Campidoglio e conclusasi positivamente. Il passaggio in Consiglio comunale sarebbe quindi atteso, così come richiamato in più occasioni dal Campidoglio, prima dell’estate.

IL VOTO IN MUNICIPIO IX – Al vaglio ci sarebbe anche l’iter con cui del progetto si è discusso, e votato, in Municipio IX. La vicenda parte il 6 giugno del 2017, quando la Giunta comunale, dopo il taglio delle cubature dal progetto (quello dell’amministrazione Marino con le Torri di Libeskind), confermava l’interesse pubblico sull’operazione. Un ok che arrivava all’ultimo momento, soprattutto se si considera che il 15 giugno sarebbero scaduti i tempi per le osservazioni in Conferenza di Servizi e il progetto sarebbe dovuto arrivare in Consiglio comunale al più presto. Prima però c’erano alcuni passaggi “non vincolanti” ma obbligati, come quello nelle Commissioni municipali competenti e il voto dei parlamentini coinvolti dal progetto. Se il Municipio XI nemmeno si esprimeva, il parlamentino di via Silone (Municipio IX) arrivava addirittura a convocare una seduta domenicale, pur di giungere a una votazione. Si decideva per una procedura d’urgenza per far votare i Municipi in una settimana invece che nei normali 20 giorni. In via Silone il progetto non passava né in Commissione Mobilità, né in quella Urbanistica. Il testo veniva invece discusso tra i Commissari delegati allo sport, ottenendo una rapida approvazione. Così il 9 giugno veniva convocata la prima seduta del Consiglio che non riusciva ad arrivare a una votazione e i lavori venivano aggiornati alla domenica mattina (11 giugno). Una decisione inconsueta, per un Consiglio che aveva visto anche la presenza dell’ex Presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello de Vito. Anche per far luce su questi passaggi e su una riunione alla quale avrebbero partecipato i consiglieri e i vertici del Municipio IX, assieme alla Sindaca Raggi, il GIP ha richiesto l’audizione del Consigliere municipale del M5S, Paolo Barros e dell’ex grillino, ora al gruppo misto proprio per dissensi in merito alla vicenda Stadio, Paolo Mancuso.

LA DELIBERA GRANCIO-FASSINA – Sempre il parlamentino del Municipio IX in queste settimane è al centro della vicenda legata alla Delibera firmata dai Consiglieri comunali Grancio e Fassina per la revoca dell’interesse pubblico sul progetto. La Commissione Urbanistica municipale ha votato positivamente l’atto, incassando il voto anche di parte dei consiglieri del M5S presenti, oltre che quello delle opposizioni. I problemi sono però iniziati quando il testo è andato in discussione in Consiglio: qui il M5S ha deciso di optare per un’astensione, contando sui voti positivi delle opposizioni per arrivare all’approvazione dell’atto. Un tecnicismo sul quale però il Segretariato Generale ha avuto da ridire, sottolineando che quella tenuta in Aula è una consuetudine legata al Regolamento municipale che non considererebbe i voti astenuti all’interno del calcolo per la maggioranza, passaggio invece prescritto dal Regolamento Comunale e richiamato dal Segretariato.

I TEMPI – Al netto di queste vicende, l’attesa al momento è per l’arrivo in Aula Giulio Cesare della Variante al Piano Regolatore per l’area di Tor di Valle, atto necessario e propedeutico alla stipula di una Convenzione Urbanistica con i privati per dare il via alla realizzazione del progetto. I tempi di questi passaggi restano però ancora incerti. Dal Comune si è parlato di una votazione da indire prima delle Elezioni europee, anche se ormai questa possibilità sembra essere tramontata; l’Aula potrebbe comunque esprimersi nel mese di giugno, per poi arrivare a una Convenzione nel mese di luglio, così come già prospettato anche dalla Sindaca Raggi.

Leonardo Mancini