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Stadio della Roma: ancora incerti i tempi per il voto in Aula

La Sindaca torna a chiedere le opere pubbliche prima delle private, mentre dalle opposizioni si parla di exit-strategy a 5Stelle

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STADIO DELLA ROMA – Non ha fatto che alimentare polemiche e incertezze l’incontro tecnico tra il Campidoglio e l’AS Roma tenutosi nella giornata di ieri in merito al progetto per il nuovo Stadio nell’area di Tor di Valle. Le dichiarazioni rilasciate dalla Sindaca Raggi alla vigilia di questo appuntamento hanno riacceso le critiche da parte delle opposizioni, che hanno parlato di exit-strategy del Campidoglio dal progetto.

PRIMA LE OPERE PUBBLICHE – Lo scontro che si sarebbe consumato tra l’Amministrazione e la società giallorossa riguarderebbe quali siano i cantieri da far partire per primi tra quelli inerenti il business park e lo stadio oppure le opere pubbliche. Dal Campidoglio si punta principalmente sull’unificazione della via del Mare e dell’Ostiense, opera per la quale servirebbe l’esproprio e l’abbattimento di alcuni manufatti presenti tra le due arterie. Su chi debba procedere in questo senso sembra essersi aperta una vertenza, con il Campidoglio che vorrebbe fosse l’AS Roma a finanziare l’esproprio. Altra criticità da risolvere è l’adeguamento della Roma-Lido. La Regione dovrebbe investire 180 milioni, anche se i tempi degli interventi previsti (così come i risultati che si otterranno) non sono ancora chiari. Invece con i fondi che dovrebbe investire la società (45 milioni) si riuscirebbe a completare solo l’acquisto di alcuni treni (tre stando alle quotazioni). Naturalmente su questo tema pesa la necessità (posta nero su bianco nella delibera sullo stadio) che il 50% dei tifosi possa arrivare alla struttura attraverso i mezzi pubblici. Un tema centrale anche nello studio del Politecnico di Torino che altrimenti aveva paventato uno scenario catastrofico sul fronte della mobilità.

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LA EXIT-STRATEGY – Su questi temi la Sindaca Raggi era stata chiara: “Il mio unico interesse è che la As Roma mantenga gli impegni presi con la città – ha poi proseguito Virginia Raggi – prima le opere pubbliche per i cittadini, poi il campo di calcio. Prima si uniscono via del Mare e via Ostiense, prima si interviene per potenziare la ferrovia Roma-Lido e poi si fa lo stadio. Sono le prescrizioni della Conferenza dei servizi alla quale tutti si devono attenere”. Queste dichiarazioni sono state lette dalle opposizioni come una prova generale della exit-strategy del Campidoglio: “Raggi sul progetto stadio della Roma non sa come uscire dal pantano in cui si è infilata – ha twittato quest’oggi il capogruppo del Pd, Giulio Pelonzi – La delibera taglia-cubature e taglia-opere pubbliche è un disastro. E ora? Inizierà una manfrina per giustificare la ‘stadio exit’ e poi ennesimo scaricabarile sul fallimento”.

LA REPLICA DEL M5S – Posizione contraria, che ribalterebbe di fatto il tentativo di costruire una via d’uscita dal progetto, è quella assunta dal consigliere del M5s e neo-presidente della Commissione Mobilità, Pietro Calabrese. In onda su Centro Suono Sport ha affermato che “ci sono delle cose che devono accadere al momento della firma della convenzione. I 45 milioni di euro di extra oneri per la Roma-Lido, ad esempio, devono essere versati subito, al momento della firma, non a rate come leggo sui giornali vorrebbero fare i proponenti. Se loro pensano di andare avanti così, credo che la relativa variante urbanistica faticherà a ottenere l’ultimo passaggio in aula Giulio Cesare. A noi non interessano le chiacchiere, non vorrei che qualcuno stesse cercando un pretesto per tirarsi fuori da questa situazione”.

LeMa