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    Tor di Valle: il Codacons punta il dito contro lo Stadio

    L’associazione dei consumatori ha depositato il ricorso per chiedere l’annullamento degli atti sul nuovo Stadio e sul Business Park

    stadio roma rendering notte

    TOR DI VALLE – All’interno del ricorso depositato dal Codacons, gli esponenti dell’associazione richiamano profili di illegittimità e danni alle finanze pubbliche. L’associazione dei consumatori ha infatti formalmente impugnato dinanzi al Tar del Lazio tutti gli atti amministrativi relativi alla realizzazione dell’opera, chiedendone l’annullamento alla luce sia di evidenti profili di illegittimità, sia dei costi a carico della collettività legati ad infrastrutture accessorie allo Stadio.

    I PROFILI DI ILLEGITTIMITÀ – Il ricorso richiama la Determinazione del 22 dicembre scorso, dichiarandola (assieme ai documenti successivi) illegittima “poiché assunte dall’Amministrazione regionale in aperta violazione delle norme in materia di conferenza di servizi” e di quelle relative alla Legge sugli Stadi. “Le dinamiche e le modalità operative osservate nella specie hanno, di fatto, trasformato la stessa conferenza di servizi da luogo di semplificazione e accelerazione in strumento per dilatare o distorcere il processo decisionale e ciò si palesa assolutamente illegittimo – seguitano dal Codacons – La conferenza di sevizi approva infatti un progetto che non può certamente dirsi “definitivo”, demandando ad un termine indefinito (in sostanza sine die) la conclusione della conferenza di servizi stessa”.

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    IL PONTE DI TRAIANO – Altro profilo critico rilevato dal Codacons nel ricorso è quello relativo alla realizzazione del Ponte di Traiano. Si legge nell’atto: “Non si comprendono le ragioni per cui si debba realizzare con soldi pubblici un’opera a completo beneficio di un’attività commerciale di una società, peraltro, quotata in Borsa – scrivono – Appare illegittima la circostanza per cui il nulla osta sarebbe stato fornito dalla stessa Amministrazione Capitolina allorquando ha dichiarato che lo Stadio della Roma “servirebbe” alla città, perché di interesse pubblico e, dunque, sarebbe lecito intervenire con fondi pubblici per migliorare la viabilità”. Il rischio secondo i membri dell’associazione sarebbe quello di creare un pericoloso precedente: “Si apprende che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta valutando la possibilità di finanziare la nuova infrastruttura (il Ponte di Traiano) con fondi Cipe. Dunque un’opera interamente privata (comprensiva di un centro commerciale) finanziata da fondi pubblici che potrebbe dare il via ad una serie di richieste future dei privati di farsi finanziare la propria opera mediante soldi pubblici, dato il precedente dello Stadio della Roma”.

    LE CRITICHE SULLE TEMPISTICHE – In questo caso secondo il Codacons le illegittimità riguardano la mancata indicazione di tempi certi nella realizzazione di tutte quelle opere accessorie essenziali per la fruizione dell’area. “Si prevede che lo Stadio possa essere realizzato entro settembre 2019, con contestuale apertura, mentre, il potenziamento della ferrovia Roma-Lido con rifacimento della stazione di Tor di Valle (intervento da ben 260 milioni di euro finanziato dalla Regione Lazio) sarà realizzato in maniera indipendente dalla costruzione dello Stadio e altrettanto indipendenti saranno la costruzione del Ponte dei Congressi e la costruzione del Ponte di Traiano. Ebbene – seguita il ricorso – non vi è traccia di una evidente fase istruttoria che colleghi l’impianto sportivo e la risoluzione del problema della viabilità – e ancora – La mancanza di idonee infrastrutture, infatti, non garantisce la tutela dell’incolumità dei cittadini/tifosi avventori dello Stadio né l’ordine pubblico durante lo svolgimento delle manifestazioni sportive”.

    LeMa