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Daft Punk – Homework

Con il passare del tempo diventa difficile scrivere di musica quando l’esperienza di una band finisce nonostante abbia rappresentato tanto per intere generazioni. I Daft Punk si sono sciolti dopo 27 anni ed il loro epilogo è stato seguito da milioni di fan. Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo fondano la band nel 1993 e fino al 1997 compongono parecchie tracce che finiranno nel loro primo disco intitolato Homework. Ogni singola traccia dell’intero album è concepita per incendiare le dancefloor mondiali. Recuperando suoni dall’hard rock, dal funk e cogliendo tutti gli stimoli possibili che l’elettronica aveva prodotto, i Daft Punk a metà degli anni ‘90, sfruttando il grande fermento che riempiva le discoteche, i club, i rave di tutta Europa, affermano il loro stile che in molti hanno definito ‘french touch’ o ‘house francese’. Rispetto alla techno o alla house, i Daft Punk si distinguono per quell’aspetto circolare, un vero e proprio loop sonoro. È la monotonia stessa a dare potenza ai loro pezzi. Infatti un ‘Da-Da-Da-Dam’ suonato continuamente viene percepito dal cervello ogni volta in maniera differente. I Daft Punk li abbiamo conosciuti guardando i loro video. Negli anni ’90, in assenza dei canali streaming, c’era solo MTV che trasmetteva le clip che sono rimaste nella storia. In Homework, troviamo Michel Gondry alla regia di “Around the World”, pezzo iconico come pochi che grazie anche all’arte del regista francese è considerato ancora oggi una clip unica e surreale. Non da meno è il video di “Revolution 909”. Se qualcuno sostiene che la fine non è altro che l’inizio, celebriamo l’epilogo dei Daft Punk con il loro primo album perché Homework è un disco da ascoltare, vedere e ballare ancora.

Riccardo Davoli

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