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Christian Dior & moi

libri 126 - dior

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Nel 1956, un anno prima della morte, Christian Dior pubblica la sua autobiografia. Oggi arriva in Italia, edita da Donzelli e con la traduzione di Maria Vidale. Dalla maison di Lucien Lelong alla fondazione del primo atelier in avenue Montaigne 30, attraversando guerra e dopoguerra, lo stilista sceglie di raccogliere e ordinare i suoi ricordi, di raccontare la sua personale rivoluzione delle linee e dei tessuti: vita stretta, ampie gonne, stoffe raffinate e un trionfo di accessori indimenticabili, borse, guanti, foulard per mannequin – che abitano gli spogliatoi e somigliano alle fate – e fortunate clienti di tutto il mondo. Così incontriamo il mito, senza conoscerlo di persona. Audace, insolente, straordinario. Parla a lungo. La cura della scrittura naturalmente non può bastare per restituire un’intera esistenza, ma finisce certamente per colpire. Puro contatto, un faccia a faccia, una prossimità sorprendente. La lettura corre via procedendo secondo una struttura permeabile, confine protettivo per il privato e luogo di accesso per un tempo che non c’è più. Una grande storia guidata dal caso inteso come “buona ventura”, predestinazione. Un modello sensazionale di tradizione e coraggio, un grido di battaglia: il desiderio di conservare le cose belle e creare nuove forme per sempre.

Traduzione di Maria Vidale
Donzelli 2014
pagine 224
euro 22

Ilaria Campodonico