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La Basilica di San Nicola in Carcere

meraviglie 123 - San Nicola in Carcere

La chiesa regionale dei pugliesi e dei lucani

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Situata in via del Teatro Marcello nel Rione Ripa, fu costruita prima del secolo XI ed è la chiesa regionale dei pugliesi e dei lucani. È dedicata a San Nicola di Mira e la basilica è anche titolare della diaconia che porta il nome del santo. Più volte venne rinnovata e restaurata da papa Alessandro VI e nel 1599 il cardinale Aldobrandini la fece rimodernizzare da Giacomo della Porta. Nel 1865 anche papa Pio XI mise mano all’edificio, apportandone un rinnovo che comprendeva anche la torre medievale. Essa, nel 1286, era adibita a campanile. 

La basilica sorge sulle rovine degli antichi edifici del Foro Olitorio, le cui origini sono collocabili tra il III secolo a.C. e il II secolo a.C., situato sulle pendici del Campidoglio. Esso era uno spazio notoriamente adibito, nel passato, a luogo per il mercato ortofrutticolo. Al suo interno trovava posto anche un’area sacra che comprendeva tre tempietti: quello dedicato a Giano, quello della Speranza e quello di Giunone. Questi santuari, costruiti in periodi diversi tra loro e caratterizzati da altezze differenti, si distinguono anche per i materiali utilizzati nella loro costruzione. Tutti e tre, tuttavia, hanno le facciate allineate su un fronte unico, visibile in parte ancora oggi, che si integra alla perfezione nella facciata della basilica, che sorge al di sopra di essi. Attualmente sono visibili i resti dei colonnati che, un tempo, erano stati implementati nella costruzione della chiesa medioevale. Sul lato sud dell’edificio, all’esterno, è possibile vedere le sei colonne del primo tempio, quello dedicato nel 254 a.C. alla Speranza. Il secondo, invece, ossia il tempio centrale e più grande del complesso, venne costruito nel 197 a.C. in onore di Giunone. A lui appartengono, infatti, le tre colonne inglobate nella facciata della basilica di San Nicola. Il terzo tempio, più a nord, venne dedicato a Giano, e tra i resti ancora visibili è possibile ammirare due colonne della facciata e sette nel lato meridionale, affacciato sul Teatro di Marcello.

Nei sotterranei della chiesa vennero rinvenuti i podi dei templi e gli stretti vicoli che li separavano. Quello del Tempio di Giunone è indubbiamente quello meglio conservato, caratterizzato da una serie di piccole celle, coperte a volta, e che anticamente si sviluppavano lungo gli assi maggiori del tempio. Questi piccoli vani, al momento della scoperta, alimentarono la leggenda che qui fosse presente un carcere antico, il cosiddetto “Carcere Tulliano”. Si racconta, infatti, che una donna, proprio nei pressi del Tempio della Speranza, nutriva il padre con il suo latte, che era stato imprigionato in questa struttura. È proprio da tale evento che la chiesa ha preso il suo attuale nome. La dedica a san Nicola, tuttavia, potrebbe risalire anche al fatto che l’area era abitata dalla comunità greca, particolarmente devota a questo santo.

La basilica è, infine, luogo di culto mariano. Qui infatti sono venerate sia la Madonna di Pompei che la Nostra Signora di Guadalupe.

Emanuela Maisto