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L’estate rock di Roma Incontra il Mondo

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Nella Capitale inizia l’estate con i concerti di Villa Ada

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Aspettavo l’estate. E l’estate per me è tale non solo quando la lancetta dell’orologio del 21 giugno raggiunge la mezzanotte oppure quando ci si comincia ad arrostire per benino tra le dune di Capocotta, tra una vecchia birra ed un nuovo libro. Estate è soprattutto quando apre ufficialmente “Roma Incontra il Mondo”.

Già, aspettavo impaziente il 30 giugno 2016, almeno con la stessa trepidazione con il quale si aspetta l’ultimo treno per tornare a casa il giorno di Natale.
Certo, anche nella fredda stagione ci si nutre di live per scaldarsi e ricercare nuove energie, ma l’estate, si sa, è costruita per ricordare al genere umano che tra gli elementi Terra, Aria, Acqua e Fuoco, in cui tutte le cose esistono e consistono, non può di certo mancare il Rock n’Roll, quello assoluto, quello suonato dal vivo!
Per chi, come me, è un gran fruitore di concerti su Roma non c’è nulla di meglio della manifestazione che da anni prende vita presso il laghetto dell’incantevole Villa Ada.
Un’organizzazione sempre impeccabile e sempre con un sorriso da offrire a chiunque, siano essi i ragazzi al botteghino, quelli della security o gli operatori del bar.
Mi piace sottolinearlo rimarcando le differenze con le ben più note rassegne romane che spesso, in maniera esclusivamente auto-referenziata, si definiscono festival seppur proponendo un formato da singoli eventi in singole giornate ed, ovviamente, a singolo biglietto d’ingresso.
Festival. Sorrido amaro pensando a Glastonbury, Werchter, Roskilde. La Roma rock meriterebbe eventi simili.
Ancor più amara la riflessione sugli annuali aumenti dei prezzi dei biglietti che quasi mai corrispondono ad un miglioramento gestionale, della sicurezza, o ad un contributo sostanziale offerto a favore dell’educazione civica, interculturale ed ambientale dei partecipanti.
Se avete mai messo piede allo Sziget di Budapest, al Primavera Sound di Barcellona o al Lollapalooza di Berlino (ho fatto questi esempi perché sono 3 festival in 3 città) avrete visto come Roma, vilipesa per decenni da sciacalli le cui orme sono ancora freschissime, prigioniera della logica miope della produzione artistica come profitto, privata della mancanza di una visione di sostegno ad una fruizione diffusa della cultura, sia ancora tristemente ferma ai blocchi di partenza.
“Roma incontra il mondo” ci restituisce un pezzetto del nostro sogno di fruire musica nelle cornici più seducenti che solo questa città sa offrire, proponendo una rassegna multi-culturale in un luogo magico, raccolto, elegante e sereno.
Diversi i gusti in cartellone ed infatti le scelte della direzione artistica optano per una selezione ad ampio spettro ma senza scadere in improbabili eccessi: si parte dal pop commercialmente strizzaocchi di Levante, alla rivelazione italiana di quel genio assoluto di Iosonouncane, incontro tra noise, electro industrial, lo-fi e cantautorato che ricorda il miglior De Andrè. Ancora, il rock psichedelico dei canadesi Black Mountain e l’inossidabile pop italiano con Luca Carboni. Ma come non citare un mattone della storia del rock come Alan Parson, ingegnere del suono di quella bibbia, grazie al cielo non apocrifa, di “The dark side of the moon”, o del brit pop firmato Kula Shaker o dell’incredibile successo teenageriale di Calcutta all’interno della rassegna Roma Brucia (che vede tra gli altri Motta, Lucci, Giancane, la Batteria).
E poi ancora il tuareg Bombino, i Tiromancino, i padri del post rock Tortoise, l’Orchestraccia, la Bandabardò, i Tre allegri ragazzi morti, Niccolò Fabi, Nada, Kutso e tanti tantissimi altri. Grazie di esistere Roma Incontra il Mondo!

Ecco alcuni scatti della energica serata di apertura, il 30 giugno, con Levante sul palco (Viva Lion come opening act) e di Bombino, il Jimi Hendrix nigerino del 3 luglio.

David Gallì

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