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Caso Cucchi: il Municipio VIII esprime solidarietà

cucchi

Presto incontri pubblici su Diritti Umani e reinserimento dei detenuti

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L’ATTO – È stata votata questa mattina dalla maggioranza in Municipio VIII la mozione in cui si esprime solidarietà alla famiglia Cucchi. Dopo i fatti dei giorni scorsi con la manifestazione cittadina in piazza Indipendenza, sotto la sede del Consiglio Superiore di Magistratura, per una fiaccolata in cerca di verità e giustizia per Stefano Cucchi, anche dal Municipio VIII è arrivato questo importante atto di solidarietà.

NON SOLO SOLIDARIETÀ – Nella Mozione approvata oggi si legge: “Il caso della morte di Stefano Cucchi ha visto l’apertura di un dibattito importante sullo stato delle carceri italiane, sulle numerose morti nei luoghi di detenzione, durante le operazioni di fermo e, in generale, episodi di violenza ingiustificata ai danni di cittadine e cittadini da parte delle forze dell’ordine”. È contro questi casi, contro le oramai palesi problematiche del sistema carcerario, che il Municipio VIII si è schierato: “Nel rinnovare l’impegno storico sulla questione carceraria, ci si impegna a promuovere incontri pubblici relativamente al tema dei diritti umani, in particolare per quel che riguarda il reinserimento dei detenuti e gli abusi compiuti ai danni di persone in stato di fermo o agli arresti, coinvolgendo le associazioni che lavorano sul territorio cittadino e municipale al fine di sensibilizzare i cittadini e la pubblica opinione su questi argomenti”, hanno dichiarato il Presidente del Municipio Roma VIII, Andrea Catarci, del Capo Gruppo del PD, Federico Raccio e del Presidente della Commissione Servizi Sociali, Amedeo Ciaccheri.

UNA STRADA PER STEFANO CUCCHI – Nella mozione votata oggi inoltre si sostiene la richiesta di intitolare via Golametto, la via d’accesso al Palazzo di Giustizia, alla memoria di Stefano Cucchi, dopo che la stessa Assemblea Capitolina ne ha espresso la volontà così come richiesto dalla sorella Ilaria e dall’associazione Articolo 21. Ma anche l’adesione all’appello internazionale per l’obbligo di un codice identificativo per le forze dell’ordine in Italia.