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Dalle piccole aree verdi al più grande Parco di Roma

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In attesa dell’incontro sul Parco di Tor Marancia incontriamo il nuovo assessore all’Ambiente del Municipio VIII

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IL PARCO DI TOR MARANCIA – Fin dai primi anni ’90, sull’area venne prevista la realizzazione di nuove cubature residenziali. Questa ipotesi aprì un acceso dibattito fra associazioni ambientaliste, comitati di quartiere, costruttori, proprietari e amministrazione. Nel corso degli anni grazie alla mobilitazione della cittadinanza e alla forte richiesta di trasformare l’area in un Parco, vennero rivisti i progetti di costruzione con la riduzione delle cubature. Nel 2002 arrivò poi la decisione del Consiglio Comunale in merito al definitivo spostamento dei progetti edilizi in altre aree e, conseguentemente, si votò la legge di ampliamento del Parco. Questo spostamento di cubature se da un lato ha preservato l’area, dall’altro ha solamente delocalizzato il problema in altri ambiti come nella confinante zona dell’I-60, lasciando nell’incuria la grande porzione di Parco salvata dalle speculazioni edilizie.

L’INCONTRO – con la cittadinanza di domani, 31 luglio alle ore 18 presso l’Urban Center del Municipio VIII, sarà l’occasione per spiegare ai residenti cosa sta succedendo nella zona: “Come molti hanno notato sono finalmente iniziati i lavori – spiega Emiliano Antonetti, neo assessore alle Politiche ambientali e del verde pubblico, per la cura e la diffusione di aree ludiche e ricreative, per i rifiuti per le energie rinnovabili e per l’agricoltura per il Municipio VIII – il progetto su cui si basano è ancora attuale, ma comunque datato di oltre 10 anni – da tanto infatti la situazione del Parco era rimasta bloccata nel pantano della burocrazia romana – Il progetto è valido, ma potrebbe essere rivisto in alcune sue parti, non dobbiamo dimenticare che quello che ne verrà fuori è pur sempre il più grande Parco di Roma, con oltre 168 etteri di superficie. L’incontro sarà una presentazione del piano generale, abbiamo voluto farla perchè molti cittadini si sono rivolti al Municipio allarmati dalla cantierizzazione, ci è sembrato doveroso fare un incontro pubblico con i tecnici del Comune di Roma Capitale per spiegare l’intera progettualità”. Durante la riunione con i cittadini verranno proposte e illustrate dai tecnici del Comune di Roma, oltre 50 tavole tecniche che compongono il progetto, suddiviso su 6 differenti porzioni di territorio (AFA). “Nel Parco ci sono ambienti naturali molto differenziati fra le varie zone – seguita l’assessore – abbiamo terreno prettamente agricolo, aree di prossimità all’abitato adibite a parco pubblico, fino a zone sotto tutela della soprintendenza”.

LA COMPOSIZIONE – del Parco conta quindi 6 differenti porzioni di territorio, due delle quali sono attualmente cantierizzate e dovrebbero essere consegnate alla fine del 2013. Si è iniziato con l’area che insiste fra via di Grotta Perfetta, via Vittore Carpaccio e viale Londra, al confine con i quartieri Sogno e Rinnovamento, mentre dall’inizio di ottobre dovrebbero partire i lavori anche nell’area adiacente a via Ardeatina, via Sartorio e piazza Lante nel quartiere di Tor Marancia. “Le aree su cui si è iniziato a lavorare – seguita Antonetti – Sono le parti realizzabili in tempi brevi. Sulle le altre porzioni l’intenzione del Municipio è quella di coinvolgere la cittadinanza”. Su una cosa l’assessore è stato chiaro: “Non ci saranno nuove costruzioni all’interno del Parco. Verranno solamente ristrutturati due dei casali presenti sul territorio, che saranno recuperati e restituiti alla cittadinanza”.

IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE – cui saranno chiamati cittadini e associazioni, prenderà il via con l’incontro di presentazione del 31 luglio, proseguendo a settembre con altri tre incontri tematici: “Si prenderà di volta in volta in esame una delle porzioni del Parco. Purtroppo – sottolinea l’assessore – l’unica area che rimarrà esclusa da questo progetto – per la quale non è ancora prevista alcuna sistemazione – è quella conosciuta come ‘Le Cave’”. Per questa zona non esiste, ad oggi, un sondaggio geologico certo ed aggiornato, tale da far prevedere una qualche sistemazione. Quello che risulta essere più importante per il nuovo assessore Antonetti, è il reale coinvolgimento della popolazione: “Sia nella progettualità che nella successiva fruizione del Parco. Il coinvolgimento sulle zone del verde di prossimità, quelle cioè più vicine all’abitato, è facile da realizzare e da prevedere, anche attraverso il coinvolgimento nella progettazione dei cittadini delle aree limitrofe – continua l’assessore – Più complicato il discorso in relazione alle aree interne del parco”. Il rischio sarebbe quello di avere una superficie immensa e non completamente utilizzata: “Il progetto da mettere in piedi dovrà essere basato sulla volontà di coinvolgere la cittadinanza nella vita dell’intera area verde, anche delle porzioni più interne e lontane dall’abitato. Non vogliamo zone poco frequentate o deserte perchè non capaci di offrire alcuna attrattiva”. È per questo che si è previsto questo tipo di processo partecipativo: “Bisogna deciderle le destinazioni d’uso con tutti gli abitanti, pensando a percorsi ciclabili ma anche a chi voglia solamente passeggiare immerso nella natura, dobbiamo puntare su tutte le tipologie d’utenza”.

QUALCHE ANTICIPAZIONE – sull’aspetto del Parco una volta ultimato si può fare considerando le destinazioni d’uso delle differenti aree: “C’è una parte del Parco che potrebbe diventare una criticità – spiega Antonetti – una fascia acquitrinosa che taglia il parco in due porzioni distinte. In questo punto dovremmo puntare a creare dei collegamenti e non limitare il passaggio fra le aree”. Cercare quindi di rendere totalmente attraversabile il Parco, anche in vista di una ciclo-pedonalità che possa portare a ripensare la mobilità del quadrante. “Una porzione verrà certamente destinata a territorio agricolo, l’intero settore in prossimità di via di Grotta Perfetta è identificata in questo modo. Si potrebbe pensare all’agricoltura sociale, anche attraverso la grande esperienza degli orti urbani sorti sul nostro territorio”.

LA GESTIONE DELLE AREE VERDI – è sicuramente una grande sfida per il Municipio VIII nei prossimi anni. Non bisogna però dimenticare i tanti parchi pubblici presenti sul territorio: “Con il decentramento – processo avviato con lo Statuto di Roma Capitale – si avrà la possibilità per i Municipi di assumere la gestione delle aree verdi. Questo renderà necessaria un’attenta valutazione dell varie aree, delle realtà locali e del tessuto sociale che circonda i nostri parchi – seguita l’assessore – Quello che sempre più spesso si nota è la presenza di gruppi, più o meno organizzati, che si prendono cura di una determinata area verde, mantenendola e vivacizzandola con eventi ed iniziative. Queste persone non sono mosse da interessi particolari, se non quello del mantenimento del patrimonio naturale. Sono splendidi gruppi tenuti assieme dalla sola frequentazione dello stesso parco. Questa rinnovata attenzione sta pian piano generando una serie di iniziative e buone pratiche che, una volte messe in collegamento, potrebbero generare idee innovative per la gestione di quello che sarà il più grande Parco di Roma”. Partire dalle piccole associazioni che si prendono cura del ‘parchetto’ sotto casa, per traslarne l’esperienza e le idee sul grande palcoscenico del Parco di Tor Marancia, questa è l’idea di partecipazione che il neo assessore Antonetti propone.

REGOLAMENTO DEL VERDE URBANO – la vera criticità, che non permetterebbe ai Municipi di prendere in gestione le aree verdi è l’assenza, o meglio il superamento, del Regolamento del Verde Urbano. “Tutte queste speranze e iniziative sono legate a corda doppia con il decentramento – spiega l’assessore Antonetti – C’è bisogno di creare un Regolamento del Verde Urbano, anche a fronte del superamento con lo Statuto di Roma Capitale dell’ultimo approvato. È necessaria un’analisi del verde per integrare gli spazi e mantenere una certa organicità nella città”. Uno strumento utile anche per riportare la legalità e il decoro nelle aree verdi: “Con un regolamento si potranno evitare sia l’abbandono che la speculazione, elementi che germinano dove non c’è regolamentazione”. Il Municipio VIII sta però cercando di prendere in mano la situazione, ponendosi alla guida di un tavolo di lavoro inter-municipale: “Stiamo creando un tavolo con i vari municipi per mettere assieme le buone pratiche e le linee guida del nuovo regolamento del verde urbano. Il nostro Municipio stà assumendo un ruolo organizzativo in questa vicenda, anche a fronte della grande varietà di aree verdi presenti sul nostro territorio”. Ultima questione da analizzare sono i Punti Verdi Qualità, presenti sul territorio municipale con storie molto diverse da zona a zona: “Su questo tema bisognerà capire come verranno interpretati i PVQ all’interno del nuovo regolamento – conclude Antonetti – potrebbero essere completamente superati, oppure rivisti e modificati nelle loro caratteristiche, diventando una entità completamente diversa da quella che conosciamo oggi”.

Leonardo Mancini