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Piano Rifiuti Lazio: per i Verdi serve un Referendum sugli impianti

Dopo lo scontro tra Raggi e Zingaretti sul nuovo Piano Rifiuti, anche i Verdi-Europa Verde attaccano il documento che non darebbe risposte alle comunità locali, scaricando sempre sugli stessi quadranti i problemi del ciclo dei rifiuti

ROMA – Prosegue il botta e risposta sul nuovo Piano rifiuti della Regione Lazio che, dopo il voto dell’altro ieri alla Pisana, resterà in vigore fino al 2025. Dopo lo scontro tra la Sindaca Raggi e il Presidente Zingaretti, consumato a distanza tra Tweet e dichiarazioni ai cronisti, ora sono i Verdi – Europa Verde ad alzare il tiro, mettendo il campo la richiesta di un Referendum.

LO SCONTRO TRA RAGGI E ZINGARETTI

Lo scontro tra Zingaretti e la Raggi si è consumato in merito all’emendamento presentato dall’assessore Valeriani che impone alla Capitale di chiudere il ciclo dei rifiuti entro i suoi confini. Roma si dovrà quindi dotare di impianti di trattamento e discariche senza poter più utilizzare le strutture al di fuori dei suoi confini (nemmeno in quelli della Città Metropolitana).

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CRITICHE A COMUNE E REGIONE

La critica mossa dagli esponenti locali di Verdi – Europa Verde riguarda lo stesso emendamento contestato dalla Sindaca Raggi. Secondo gli ambientalisti questo, pur respingendo la proposta dell’istituzione del sub-ATO per l’autosufficienza nel trattamento dei rifiuti per il Comune di Roma, “impone di realizzare comunque una discarica nel territorio di Roma Capitale e un’altra nel territorio della Città Metropolitana, ci appare come una soluzione dettata dalla necessità di accontentare tutti ma che alla fine non risolverà il problema reale di programmare, impostare ed organizzare per il Lazio un vera economia circolare in cui i rifiuti da scarto diventino risorsa”, commentano Nando Bonessio e Guglielmo Calcerano, rispettivamente coportavoce dei Verdi-Europa Verde del Lazio e di Roma. L’analisi portata avanti dai Verdi parla dei cittadini romani (soprattutto quelli di alcune zone come la Valle Galeria) come gli unici a fare le spese di questo piano: “È palese che ormai il M5S ha rinunciato a quelle azioni coraggiose che rivendicava in campagna elettorale – come quelle sulla Valle Galeria Ndr – e che il Pd, di certo, non ha mai creduto: entrambe queste forze politiche rifiutano l’unica soluzione possibile per l’emergenza rifiuti a Roma che può stare solo nel dotare la città di moderni impianti per una vera economia circolare e nella raccolta differenziata spinta”.

IL PESO SULLA VALLE GALERIA

Naturalmente il peso di queste decisioni non può che ricadere (ancora una volta) sulla Valle Galeria, dove procedono i lavori di realizzazione di quella che sarà la nuova discarica capitolina in zona Monte Carnevale a meno di due chilometri da Malagrotta. Si torna quindi a pesare sempre sugli stessi luoghi e sulle stesse comunità che da decenni combattono contro la discarica più grande d’Europa. “La Regione a guida PD gioca al gatto e al topo con la sindaca Raggi, prima costretta ma ormai convinta a realizzare una discarica a Monte Carnevale nei pressi della ex discarica di Malagrotta – aggiungono Bonessio e Calcerano – Nessuna delle due istituzioni locali ammette ciò che ormai è palese: senza una revisione delle destinazioni urbanistiche, la monnezza di Roma finirà per essere accumulata nelle stesse aree dove insistono i siti dei soliti imprenditori privati che l’hanno accolta in precedenza”.

IL REFERENDUM CONFERMATIVO

È questo sistema che mette definitivamente in ginocchio la Valle dopo la chiusura di Malagrotta e nessun incremento nella raccolta differenziata, a far scagliare i Verdi contro questa impostazione data dalla Pisana: “La Regione Lazio pensi a imporre al Comune di Roma la realizzazione di un sistema circolare di gestione e recupero, anziché mega-discariche private all’interno di un piano che non prevede un alcun vero “quadro completo” e nessuna traccia di programmazione in termini di impianti di medio-piccole dimensioni e di prossimità che rappresenterebbe l’unico modo di confrontarsi con le comunità locali e l’intera Città Metropolitana”, concludono Bonessio e Calcerano. È un piano di questo tipo che viene prospettato dai Verdi, con la necessità infine, come previsto dagli Statuti degli Enti Locali, di indire un Referendum Confermativo, per far esprimere le comunità sull’ubicazione finale degli impianti.

Leonardo Mancini