
Una nuova tappa del viaggio nella storia degli strumenti musicali con il Maestro Mario Grandinetti della scuola di Musica Artitalia alla Montagnola.
La batteria è uno strumento musicale composto da tamburi, piatti e altri strumenti a percussione disposti in modo tale che possano essere suonati da un solo musicista.
I tamburi che compongono la batteria sono: la cassa (comandata generalmente dal piede destro), il rullante, due tom (uno più acuto e un altro grave), e uno o più floor tom (chiamati “timpani”, seberne diversi dai timpani dell’orchestra sinfonica). I piatti che possono essere annessi a una batteria sono: ride, hi-hat detto anche charleston (il pedale apre e chiude i due piatti), crash, splash, china. Esiste una vasta gamma di modelli di piatti ognuno disponibile in vari diametri, spessori, profili e forme per poter personalizzare il suono del musicista e della musica che vuole eseguire.
Le origini dello strumento risalgono alla seconda metà del XIX secolo, negli USA, sebbene i tamburi singoli abbiano radici ben più antiche. La genesi avviene con la fusione di vari componenti percussivi durante le esibizioni bandistiche fino a formare una batteria di tamburi molto simile alle odierne.
In seguito le esibizioni si spostarono dalle strade ai locali, ed era impossibile ospitare sul palco cinque/sei musicisti che si dedicassero alle percussioni; quindi si fuse la grancassa con il rullante militare. A questa batteria primordiale vennero in seguito aggiunti i piatti, allo scopo di creare un suono acuto che si contrapponesse al suono grave dei tamburi.
In seguito ogni etnia presente in America diede il suo contributo, come i cinesi, che importarono i tom, tamburi di diametro piccolo (compreso tra 8 e 14 pollici, ossia tra 20 e 36 cm) e i turchi, che perfezionarono la produzione dei piatti, adoperando il loro modo di fondere e martellare il rame e l’ottone. In principio la grancassa era suonata con il piede, come suggerisce anche il vecchio nome inglese kick drum (tamburo a calcio), sebbene oggi sia sempre suonata con il pedale per cassa.
Anche la batteria è uno strumento che necessita di essere accordato. L’accordatura è un procedimento che serve per portare il tamburo, attraverso la tensione delle due pelli battente e risonante, ad avere un suono il più risonante possibile o di più elevato volume possibile. All’interno di questa definizione generale ogni batterista può trovare il proprio suono tendendo più o meno le pelli fino a raggiungere un suono che incontri il proprio gusto personale (soprattutto il rullante), per i vari pezzi di una batteria esiste un’accordatura a seconda del genere musicale che si suona.
Gli aspetti fondamentali per l’accordatura sono molteplici e il suono dipenderà poi dalla combinazione di molti fattori: grandezza del tamburo, tipo di pelle battente (quella che si percuote) e risonante (quella inferiore) e la tensione delle chiavette d’accordatura. Fatta eccezione del rullante e della grancassa,che vengono accordati in modo indipendente in virtù del suono specifico che si vuole ottenere, gli altri tamburi, di norma si accordano con intervalli di terze, di terze minori o di quarte. Le pelli risonanti vengono accordate, diversamente dalla pelle battente.
Variare questi parametri darà un suono di minore o di maggiore durata (sustain). Ogni tamburo ha una sua specifica tonalità e accordatura dove offre la massima resa sonora e armonica. In ogni caso è consigliabile accordare la pelle risonante sulla stessa nota della battente onde evitare sovratoni acuti nel caso della pelle risonante più tesa della battente e sovratoni più gravi con la risonante più lenta della battente.
La batteria fa le sue prime apparizioni in Italia dagli anni trenta. Ma è specialmente nel dopoguerra con le grandi band americane e batteristi come Gene Krupa e Buddy Rich, che la batteria viene riconosciuta anche in Italia come strumento singolo, indispensabile nella musica commerciale e degno di studi accademici.
Da alcuni anni in Italia sono aperti, nei Conservatori, corsi jazz di I e II livello (con vero e proprio diploma di Conservatorio) nei quali è previsto lo studio della batteria.
Leggi la storia del pianoforte
Mario Grandinetti
Scuola di Musica Artitalia
Via Fontanellato 70, Roma