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Magliana: fumi tossici e degrado. Il piano del Municipio

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Sollecitate dalle segnalazioni, le istituzioni cercano soluzioni per tutelare il quartiere

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MAGLIANA – Nel quadrante Magliana i fumi tossici provocati dai roghi appiccati negli accampamenti abusivi della zona minacciano la salute dei residenti. Maurizio Veloccia, Presidente del Municipio XI, conferma lo stato di allerta: “Abbiamo effettuato sopralluoghi ed indagini per verificare le segnalazioni che ci sono arrivate ed abbiamo constatato che questi fumi provengono da fuochi ed incendi accesi sull’altra sponda del fiume, non di nostra competenza. Abbiamo segnalato più volte la questione al Gruppo di Polizia Locale dell’altro Municipio ma, purtroppo, questi interventi spesso non riescono ad essere risolutivi. Abbiamo anche chiesto al Gabinetto del Sindaco di allontanare gli abitanti dagli insediamenti abusivi sorti lungo quel tratto di fiume per bonificare le aree in questione e per quanto ci riguarda continuiamo costantemente a monitorare la situazione e a sensibilizzare le autorità competenti”. Per combattere il degrado si pensa ad opere di riqualificazione, come l’annunciata apertura del Parco Fluviale del Tevere. “Stiamo lavorando per riqualificare la pista ciclabile e il parco giochi a via Pian Due Torri, in modo da rendere più sicura e fruibile quell’area verde – sottolinea Veloccia – Allo stesso tempo stiamo lottando per evitare che gli stabilimenti dell’ex Buffetti vengano trasformati in appartamenti e far sì che, invece, vengano destinati a opere pubbliche da mettere a disposizione del territorio”.
E per il futuro della Magliana potrebbe avere un ruolo rilevante la ripresa del progetto del Campo di via Candoni: “Il campo – ha continuato il Presidente – veniva ricordato come modello di integrazione e pacifica convivenza, tuttavia, in pochi anni, è stato trasformato da esempio virtuoso a rappresentazione del degrado. Una struttura attrezzata per 300 persone si ritrova oggi ad ospitarne più di mille. Gli indici di scolarizzazione di bambini e ragazzi, che sino a qualche anno fa arrivavano all’80%, sono crollati e la stragrande maggioranza vive oggi di espedienti e spesso nella totale illegalità. Lo straordinario lavoro portato avanti dalle Associazioni presenti all’interno del campo è stato progressivamente annullato per essere poi sostituito da costosissime e inutile guardianie. Il totale fallimento delle politiche contingenti ci rafforza nella convinzione che l’unica soluzione possibile sia quella che si basa su due cardini: da una parte integrazione per chi lavora, studia e vuole vivere stabilmente e dignitosamente nella nostra città, dall’altra fermezza nei confronti di chi delinque, chiunque esso sia e qualunque sia la sua provenienza”.
Secondo Marco Campitelli, Portavoce di Primavera Nazionale per il Municipio XI, bisogna ripristinare la legalità: “Lungo l’argine del Tevere ci sono stanziamenti abusivi a macchia di leopardo, ogni 100 metri. Qui non c’è alcun tipo di controllo e si può fare qualsiasi cosa, soprattutto fondere rame e ferro. Questa situazione va avanti da molto tempo e si è inasprita negli ultimi 6 mesi. C’è stato qualche sgombero ma gli altri accampamenti abusivi non sono stati toccati, anzi, Magliana è diventata ora una pista per carrelli che trasportano merce di dubbia provenienza. Noi abbiamo sentito tante parole – continua – e promesse ma in questo momento Magliana è a livelli che non si toccavano da 20 anni. Tra la strada che si allaga quando piove, la raccolta differenziata che non viene effettuata, la microcriminalità che sta tornando in auge, per non parlare del traffico o della sosta selvaggia. È giunto il momento per il Municipio e il Comune di scendere nelle strade e parlare con i cittadini per capire qual è la situazione”. Alessio Marini, Consigliere del Municipio XI (M5S), riporta l’attenzione sul consistente pericolo dei fumi tossici: “Abbiamo presentato un’interrogazione da cui si evince che i pericoli per la salute collegati ai roghi sono reali e non si tratta solo di diossina, ma anche di altri agenti patogeni, cancerogeni o più genericamente tossici. Tuttavia non mi risulta che alcun Ente dello Stato abbia preso contromisure efficaci, né per evitare i roghi, né per tutelare la cittadinanza dai loro effetti nocivi. Ritengo comunque che per fermarli sia necessario arrestare il business collegato, ovvero quello del metallo comprato da loro”.

Simone Dell’Unto