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Una sola sinfonia

L’editoriale del nostro numero di gennaio

Quando si tirano le somme dell’anno appena trascorso, la sensazione è di trovarsi di fronte solo a un fitto tessuto di eventi negativi.

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Si parte dalle morti celebri, il cui bollettino è davvero denso, si passa alle morti civili, quelle dovute agli attentati terroristici, dagli atti osceni di folli, da incidenti e catastrofi naturali, in ogni angolo del mondo. Si conclude con gli orrori delle guerre e della fame che, purtroppo, non rappresentano eventi isolati di quest’ultimo anno, ma si trascinano tra antiche e nuove vesti per decadi intere.
Non bisogna però dimenticare anche i grandi progressi e i crescenti cambiamenti in atto, visti con apprensione ma che, oggettivamente, potranno essere valutati solamente in corso d’opera.
Da ogni evento, positivo o negativo, si genera un’esperienza di cui fare tesoro, utile a non commettere gli errori del passato e a proseguire su delle strade che aprono le frontiere a nuove conquiste. Il tempo scorre, gli anni passano e le persone, come le regole sociali da cui esse sono governate, cambiano inesorabilmente. Rimanere ancorati al passato spesso non è la strada giusta, ma la modernizzazione è un processo che va fatto a passi piccoli e oculati, dove saggezza e rispetto per il prossimo restano i capisaldi di nuovi orizzonti.
Nel privato di ognuno di noi, nelle case, nei quartieri e nelle città in cui trascorriamo la nostra vita, l’obiettivo è quello di lasciare da parte i piccoli interessi, i rancori, l’odio a tutti i costi e le rimostranze che hanno come fine ultimo quello di generare insicurezza e, peggio ancora, indolenza. Viviamo in un’epoca delicata, fatta di piccoli tasselli che, piano piano, devono essere messi al loro posto, in un enorme puzzle che, finalmente, abbia una forma che tutti apprezzino, fatto dalle persone per le persone.
Lasciamo da parte le bacchette magiche e i giudizi lanciati da dietro uno schermo. Abbandoniamo l’idea che nulla può cambiare. Abbracciamo le piccole conquiste di ogni giorno e urliamo con forza ciò che non va, senza dimenticare di sistemare quello che ci rende insoddisfatti.
L’augurio più grande che possiamo fare, per i nostri cari e per noi stessi, è quello di cambiare il mondo partendo dal nostro universo, fatto di semplici gesti e piccoli atti che, tutti insieme, possano unirsi in una sinfonia la cui potenza arrivi davvero a costruire ciò che vogliamo. Insieme, come comunità, come popolo di un unico mondo.
Parafrasando William Blake, il mondo si può guardare da un granello di sabbia. E da piccole azioni possono nascere davvero grandi cose.

Serena Savelli