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L’organo

Continuano gli appuntamenti con la storia degli strumenti musicali, questa settimana ci occupiamo dell’organo

Una nuova tappa del viaggio nella storia degli strumenti musicali con il Maestro Mario Grandinetti della scuola di Musica Artitalia alla Montagnola.

L’organo è uno strumento a tastiera formato da una o più divisioni di canne o altri mezzi per produrre suoni, ognuna suonata con la propria tastiera o con la propria pedaliera.

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L’organo è uno strumento musicale relativamente antico, che risale al tempo di Ctesibio di Alessandria (285-222 a.C.), che inventò l’organo idraulico. È stato suonato in tutto il mondo antico, greco romano, in particolare durante gare e giochi. Durante il primo periodo medievale si diffuse dall’impero bizantino, dove continuò ad essere utilizzato nella musica di corte (non religiosa), in Europa occidentale, dove gradualmente assunse un posto di rilievo nella liturgia della Chiesa cattolica. Successivamente riemerse con strumento secolare e recitativo nella tradizione della musica classica.

Esistono vari tipi di organo, che sono classificati diversamente, nella sistematica Hornbostel-Sachs, a seconda di come viene prodotto il suono:

  • Organo a canne (codice HS 421.222.11+422.122): combinazione di canne labiali e canne ad ancia doppia;
  • Armonium (organo ad aria compressa);
  • Organo elettronico (HS 52) strumento musicale elettromeccanico;
  • Organo Hammond.

L’organo Hammond utilizza la sintesi additiva delle forme d’onda armoniche per generare i suoni. Esso sfrutta una serie di ruote foniche (dette tonewheels), formalmente simili a ingranaggi, che ruotano grazie ad un motore sincrono, cioè legato alla frequenza della rete elettrica e quindi molto costante e stabile nella sua rotazione. Il continuo avvicinarsi e allontanarsi dei denti della ruota fonica crea una variazione di campo magnetico in corrispondenza del pick-up, proprio come avviene per la chitarra elettrica, il piano elettrico e il Clavinet. Dal momento che le forme d’onda sono prodotte da ruote meccaniche, e non da oscillatori elettronici, gli organi hammond originali sono considerati degli organi ‘elettrici’, ‘elettromagnetici’ o ‘elettrofonici’, piuttosto che ‘elettronici’. Al variare del numero dei denti sulla ruota fonica e della velocità della stessa varia la frequenza del segnale. Le onde generate sono organizzate secondo la nomenclatura organistica classica, ma mentre l’organo tradizionale può avere molte canne sotto il controllo dello stesso tasto, per ovvie ragioni di praticità l’organo Hammond ha solo nove linee di generazione contemporanee per ogni tasto.

Una caratteristica unica che contraddistingue gli organi Hammond è l’utilizzo dei drawbar (tiranti) che permettono al musicista di variare a piacere il volume relativo al messaggio generale delle armoniche. Ogni controllo è dotato di un’asta marcata con 9 posizioni numerate da 0 a 8, dove a barra tutta inserita (cioè in posizione 0) il volume della relativa armonica sarà nullo e a batta tutta estratta (cioè in posizione 8) sarà al massimo. Negli organi Hammond ‘console’ più popolari (A100, B3 e C3) sono presenti 38 drawbar, divisi in quattro gruppi da nove, corrispondenti a due regolazioni alternabili su ognuno dei due manuali, più due drawbar indipendenti che regolano i volumi della pedaliera.

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Mario Grandinetti

Scuola di Musica Artitalia

Via Fontanellato 70, Roma